• mercoledì , 24 Aprile 2024

La riorganizzazione del sistema AFAM

L’intervista

di Agata Scarafilo

È di questi giorni la notizia della riorganizzazione del sistema di “Alta Formazione Artistica e Musicale” (AFAM), anticipata dal Ministro Stefania Giannini in un’audizione al Senato.
Si tratterebbe, in buona sostanza, di una riforma della struttura territoriale e di un potenziamento dell’autonomia e del governo di queste Istituzioni che dovrebbe avvenire attraverso:
1 – una preparazione in due fasi, come in Francia;
2 – un rafforzamento dei poteri dei presidenti.
L’argomento è abbastanza stimolante e, come di solito accade in questi casi, ha alimentato disparati pareri, alcuni favorevoli ed altri contrari.
Abbiamo deciso, così, di cercare di capirne di più ponendo delle domande all’onorevole Nicola Ciracì che riveste il ruolo, contestualmente a quello di parlamentare, di presidente del CdA del Conservatorio di Musica Tito Schipa di Lecce e, dunque, conosce bene la materia.
Onorevole Ciracì, il Ministro Giannini parla di una riorganizzazione complessiva dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (AFAM) partendo dalla trasformazione del sistema, dalle forme di autonomia e di governo degli istituti e dalle modalità di reclutamento del personale. Cosa ci può dire in merito?
Il Ministro ha ribadito, nella sua audizione in Commissione Cultura, di guardare apertamente al modello organizzativo francese articolato su più livelli territoriali, a partire da quello municipale, per arrivare ad un concorso nazionale e quindi, per intenderci, a Conservatori nazionali con borse di studio all’americana. Tutto ciò può essere condivisibile e peraltro attuabile facilmente, visto che l’intero sistema AFAM è composto da appena 138 istituzioni, una goccia nel mare magnum dell’Università.
Personalmente credo che lo sforzo sia quello di creare, anche sul modello francese, un sistema misto, soprattutto con fondi misti messi a disposizione da MIUR e MIBACT e fondi provenienti da privati. Praticamente liberalizzando il sistema con un controllo didattico affidato a una regia nazionale e con programmi di studio allineati e esami nazionali. Inoltre, si renderebbe necessario un concorso nazionale per i Conservatori nazionali (max 4/5). Ritengo, inoltre, che accorpare gli attuali Conservatori, a livello interregionale, significhi snellire e potenziare il sistema.
Il Ministro è al lavoro per armonizzare, sul piano giuridico e finanziario, la situazione degli istituti statali con quella degli ex pareggiati, con un impegno economico di 35 milioni di euro come primo passo per il riordino. Cosa ne pensa?
Ben venga questo riordino anche se, invece di dare autonomia a tutti, personalmente avrei scelto la via degli accorpamenti. Oggi, è indispensabile il completamento dell’autonomia (CNAM, riduzione degli organici con incentivi al pensionamento e reclutamento di nuovi docenti con regole uniche nazionali e soprattutto una nuova governance degli istituti che elimini il doppio ruolo Presidente/Direttore che spesso diventa un blocco decisionale).
Il nuovo Direttore, a mio avviso, deve avere una visione di area vasta e di governance e, quindi, essere eletto sia dai docenti che dai funzionari, ma facendo ricorso ad un Albo nazionale di esperti di Pubblica Amministrazione, e non solo di musica.
Quindi, non soltanto tra i docenti, come avviene per i Rettori?
Le Università godono di grandi e qualificati comparti amministrativi, mentre il mondo AFAM no, che anzi vive il dramma della carenza perenne di funzionari e pertanto necessita di figure apicali ben formate, che conoscano la macchina amministrativa e si assumano responsabilità ampie, compresa quella di “mettere sul mercato” i Conservatori. Ritengo che la nomina chiusa ai soli docenti rischi di far prevalere interessi corporativi, mentre il mondo AFAM ha bisogno di respirare, incontrare le imprese e sbarcare all’estero.
Quindi internalizzazione?
Bisognerebbe comprendere sino in fondo che il sistema AFAM è il miglior biglietto da visita del Made in Italy nel mondo, a iniziare dai Paesi asiatici, dove c’è una venerazione per il nostro patrimonio artistico/musicale. Senza se e senza ma, bisognerebbe aprire sedi di formazione all’estero, visto che i veri Istituti di Cultura non possono che essere Conservatori ed Accademie.
Ripeto, sono favorevole ad una parziale privatizzazione del sistema formativo. Quindi, nuova governance e internalizzazione è quello che mi aspetto dal Ministro Giannini.

Cosa può aggiungerci circa il reclutamento del personale per affrontare queste sfide?

Indispensabile è il ringiovanimento del corpo docente ed il superamento della Pianta Organica d’Istituto, con assegnazione dei tetti massimi di spesa. Inoltre, mi aspetto interventi seri in materia di edilizia scolastica, rammentando che buona parte delle sedi dei Conservatori e Accademie sono di proprietà delle Province, con tutto il disagio connesso alla presunta cancellazione di questi Enti. Inoltre, sottolineo che è urgente la necessità della messa a norma complessiva degli edifici che spesso, più che alla Francia, guardano al terzo mondo.
In conclusione, condivide la politica che sta portando avanti il Ministro Giannini?
Prendo atto che finalmente ha messo in cima alla sua agenda la trasformazione del Sistema AFAM, si è accorta che non investiamo abbastanza come Paese sull’Arte, sulla Musica e sulla Bellezza. Il Ministro merita collaborazione per la sua idea di “Conservatoire Supérieur de Musique” e di borse di studio all’americana. Spero che sia arrivato il tempo di chiudere il “cantiere” e far partire i lavori.

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