• venerdì , 19 Aprile 2024

Anticorruzione e scuola

Nuove linee guida dell’ANAC

di Agata Scarafilo

Sono state chiarite le responsabilità e gli ambiti di competenza dei Dirigenti scolastici, ma anche dei Direttori degli Uffici Scolastici Regionali (USR), grazie alla Delibera ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) n. 430 del 13/04/2016, che fornisce indicazioni volte a orientare le istituzioni scolastiche nell’applicazione della normativa afferente l’anticorruzione e la trasparenza.
Si tratta, in buona sostanza, di linee guida atte a dare delucidazioni alle istituzioni scolastiche sulla corretta applicazione, altresì, di alcune misure organizzative per consentire una piena attuazione (non formalistica) del disposto normativo di cui alla Legge 190/2012 e al D. lgs. 33/2013.
L’ANAC ha voluto calibrare l’intervento regolatorio, tenuto conto delle peculiarità che caratterizzano l’intero sistema scolastico.
Intanto, l’Autorità precisa che debbono essere individuati:
a)il Responsabile della Prevenzione della Corruzione (RPC), che dovrà redigere il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione (PTPC);
b)il Responsabile della Trasparenza (RT), che dovrà redigere, invece, il Programma triennale per la trasparenza e l’integrità (PTTI).
IL RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E IL PTPC
Tireranno un respiro di sollievo i Dirigenti scolastici nell’apprendere che l’Autorità ha attribuito il ruolo di Responsabile della Prevenzione della Corruzione al Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale. Infatti, l’Autorità ha ritenuto che i Dirigenti scolastici, essendo le uniche figure dirigenziali presenti nelle istituzioni scolastiche, siano già di per sé responsabili di attività che potrebbero essere a rischio di fenomeni corruttivi.
Così, valutando che l’attribuzione dell’incarico di RPC al Dirigente scolastico potrebbe comportare uno svolgimento non sempre corretto delle funzioni e dei compiti, la suddetta Autorità ha previsto l’assegnazione del ruolo di RPC, come si diceva, ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali.
Considerato, poi, l’ambito territoriale particolarmente esteso, al fine di agevolare il Responsabile della Prevenzione della Corruzione, i Dirigenti di Ambito Territoriale opereranno, altresì, quali referenti di queste nuove figure istituzionali.
Se da un lato però il RPC coordinerà e monitorerà le attività di prevenzione della corruzione assumendosene le responsabilità, i Dirigenti scolastici saranno comunque i soggetti a cui competerà l’attuazione delle misure individuate nel Piano. Tali misure si sostanziano in interventi di tipo organizzativo e di gestione delle ordinarie attività amministrative, da attuare laddove il rischio corruttivo è più elevato.
Ciascun Direttore o Coordinatore regionale svolgerà le funzioni di RPC per tutte le istituzioni scolastiche statali che rientrano nella propria sfera di competenza. Ciascun RPC curerà, anche, l’elaborazione della proposta di Piano di prevenzione della corruzione, avvalendosi della collaborazione dei referenti di Ambito Territoriale e dei Dirigenti scolastici del territorio di appartenenza.
I Piani di prevenzione della corruzione regionali (PTPC) dovranno essere articolati in sezioni dedicate alle diverse tipologie di istituzioni scolastiche statali e dovranno, anche, essere approvati dal Ministro ai sensi dell’art. 1, co. 8, della Legge n. 190/2012.

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