• venerdì , 19 Aprile 2024

E parlavamo di insegnanti qualificati…

di Rita Bortone

Mi capita spesso di domandarmi che senso abbia elaborare e scrivere pensieri che sembrano distare anni luce dalle logiche che ormai pervadono il Paese e chi lo governa, e che spesso sembrano non toccare gli interessi concreti di tanti insegnanti e tanti dirigenti, impegnatissimi nel far quadrare i tempi con le mille e mille cose da fare – in verità obbligatorie ma non sempre utili – e non sempre attenti ai paradossi delle politiche ministeriali.

Poi però decido di scrivere ancora per rispetto di me stessa, per non dover dire a me stessa che non ho espresso il mio pensiero, pur nella consapevolezza della sua modestia rispetto alla enormità delle cose che impunemente stanno accadendo intorno a noi.

Sulla formazione degli insegnanti ho lavorato una vita intera, ho scritto e rivendicato, urlato e ironizzato, accusato e pianto, apprezzato e goduto.

E tante volte abbiamo ragionato, tra colleghi dirigenti, sul fatto che non c’è formazione in servizio che tenga, né reti né rilevazione di presunti bisogni né certificazioni né carte per gli acquisti, non c’è strategia innovativa che funzioni, né a livello d’Istituto né a livello nazionale, se non c’è una formazione di base, se il Paese non garantisce ai SUOI insegnanti, agli insegnanti della scuola pubblica, una preparazione iniziale rigorosa sul piano scientifico, omogenea sul territorio nazionale, comprensiva di saperi disciplinari e psicopedagogici, supportata da esperienze e riflessioni che preparino alla professione prima di salire in cattedra.

Tra le sorprese che l’attuale governo ci riserva ogni giorno, tra gli interventi livorosi e incolti con cui ogni giorno si smonta un pezzo di civiltà, oggi abbiamo un ritorno all’indietro anche per quanto riguarda la formazione di base degli insegnanti.

Il contenuto del D.lgs n. n. 59/2017, avente come oggetto Riordino, adeguamento e semplificazione del sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente della scuola secondaria per renderlo funzionale alla valorizzazione sociale e culturale della professione, a norma dell’art. 1 , commi 180 e 181, lettera b), della legge 13 luglio 2015, n. 107, vede vanificare i suoi “pezzi” più innovativi e più qualificanti, quelli relativi al cosiddetto contratto FIT (contratto di Formazione iniziale, tirocinio e insegnamento).

 

Propongo di seguito la lettura dell’appello delle Associazioni professionali della Scuola per la qualità della formazione iniziale degli insegnanti.

 

APPELLO DELLE ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI DELLA SCUOLA

PER LA QUALITÀ DELLA FORMAZIONE INIZIALE DEGLI INSEGNANTI

Alle Commissioni parlamentari permanenti di Camera e Senato:

 

V Commissione (Bilancio) della Camera

nella persona del Presidente on. Claudio Borghi

V Commissione (Bilancio) del Senato

nella persona del Presidente sen. Daniele Pesco

VII Commissione (Istruzione e Cultura) della Camera

nella persona del Presidente on. Luigi Gallo

VII Commissione (Istruzione e Cultura) del Senato

nella persona del Presidente sen. Mario Pittoni

 

Ai signori Deputati e Senatori di Camera e Senato

e p.c.

al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte

al Ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca Marco Bussetti

al Consiglio superiore della pubblica istruzione, nella persona del presidente Francesco Scrima

al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione – Dott.ssa Carmela Palumbo

al Capo Dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca – Prof. Avv. Giuseppe Valditara

al Consiglio Universitario Nazionale, nella persona del presidente prof.ssa Carla Barbati

alla Conferenza dei Rettori delle Università italiane, nella persona del prof. Gaetano Manfredi

al Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, nella persona della presidente Anna Azzalin

alle Organizzazioni Sindacali della Scuola

agli organi di stampa

presso i recapiti di posta elettronica dei rispettivi uffici e sedi istituzionali


O
GGETTO: APPELLORICHIESTA DI INTERVENTO SUL DISEGNO DI LEGGE DI BILANCIO PER IL 2019 IN MERITO ALLE DISPOSIZIONI INSERITE PER LA REVISIONE DEL SISTEMA DI RECLUTAMENTO DEI DOCENTI SCOLASTICI (MODIFICAZIONI AL DECRETO LEGISLATIVO 13 APRILE 2017, N. 59

Egregi Presidenti e Componenti delle Commissioni permanenti in indirizzo,

Egregi Deputati e Senatori,

i sottoelencati rappresentanti di associazioni professionali della scuola, in rappresentanza di docenti e dirigenti che da decenni operano e si impegnano allo scopo di migliorare la qualità della scuola pubblica e dei suoi insegnanti, scrivono alle SS.LL. per

chiedere di intervenire,

per quanto di Vs. competenza, sull’iter di approvazione della Legge di Bilancio 2019 – in queste ore è al vaglio delle Camere il relativo Disegno di Legge – per ottenere che le misure previste dall’articolo intitolato “Revisione del sistema di reclutamento dei docenti scolastici (Modificazioni al decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59), sulla formazione iniziale e il reclutamento dei docenti di scuola secondaria (che risulta essere, nell’articolato del Ddl di Bilancio per il 2019, il n. 58)

siano destinate a un diverso e specifico iter legislativo, al di fuori quindi delle norme previste per la Legge di Bilancio.

La norma citata, impropriamente inserita nell’articolato di natura economica e finanziaria, andrebbe invece ricollocata in un contesto normativo specifico, dedicato all’educazione e alla formazione degli insegnanti, così come è stato per la Legge 13 luglio 2015 n. 107, per il Decreto legislativo 13 aprile 2017 n. 59 (che disciplina la materia sulla base di una delega contenuta nella Legge 107/2015), e come fu in precedenza per il D.M. 10 settembre 2010, n. 249 (che ancora regola, con specifiche norme, la formazione iniziale degli insegnanti di scuola dell’infanzia e di scuola primaria).

Le modifiche introdotte dall’articolo inserito nel Disegno di Legge di Bilancio, infatti, cancellano il tirocinio formativo (percorso di formazione che dovrebbe accomunare la professione docente ad altre professioni di alto profilo), e scavano un profondo solco discriminatorio fra la qualità della formazione iniziale degli insegnanti di scuola secondaria e quelli di scuola dell’infanzia e primaria, per i quali è consolidato un percorso di laurea inclusivo di un consistente tirocinio (600 ore). In ogni professione l’esperienza di tirocinio rappresenta, infatti, un necessario momento di sintesi tra saperi teorici e saperi pratici, e il tirocinio nella formazione iniziale degli insegnanti è ritenuto da tutti gli esperti del settore un momento estremamente qualificante l’esperienza formativa degli insegnanti.

Con la soppressione dell’Art. 12 – (Tirocinio) del D.lgs. 59/2017 viene, inoltre, eliminata ogni possibilità di collaborazione tra scuola e università e istituzioni AFAM, andando contro ogni indicazione orientativa della comunità scientifica e delle istituzioni che si occupano di formazione e scuola in Europa, ed escludendo dalla formazione coloro che nel tirocinio hanno svolto ruoli formativi cruciali, come i tutor coordinatori provenienti dalla scuola.

Se il 5 ottobre 2018 si è celebrata la Giornata mondiale degli insegnanti che l’UNESCO ha dedicato al tema Il diritto all’educazione significa diritto a un insegnante qualificato, la direzione imboccata con questo dispositivo va esattamente nella direzione opposta.

Intervenire in questo modo su una materia che richiede invece ampio confronto, e norme dedicate ed elaborate in modo specifico, riporta l’Italia indietro di decenni, collocandola in una posizione di grave svantaggio rispetto agli altri paesi europei, dove la formazione iniziale degli insegnanti gode di stabilità, rilievo e risorse dedicate.

Richiamiamo, infine, un passaggio fondamentale della Raccomandazione ILO/UNESCO del 5 ottobre 1966 (Parigi), occasione per commemorare la quale si è istituita la Giornata mondiale degli insegnanti: “Si dovrebbe riconoscere che le organizzazioni degli insegnanti possono contribuire enormemente al progresso dell’educazione e che di conseguenza esse dovrebbero essere coinvolte nell’elaborazione della politica scolastica”. Facciamo osservare che la norma sulla quale chiediamo di intervenire è stata elaborata senza alcun confronto né alcun coinvolgimento delle organizzazioni degli insegnanti. Da parte nostra e di tutte le organizzazioni sottoscriventi vi è la piena disponibilitàa collaborare a ogni livello sui temi per i quali possiamo vantare una significativa esperienza, ciascuna associazione nel proprio specifico.

In attesa in un Vostro riscontro positivo, nel segno di un significativo cambiamento nei rapporti della politica con le associazioni del mondo della scuola, distintamente salutiamo.

Roma, 8 novembre 2018

 

Firmato da (1)

A.N.F.I.S. (Associazione Nazionale dei Formatori Insegnanti Supervisori), il presidente Riccardo Scaglioni

ADi (Associazione docenti e dirigenti scolastici italiani), la presidente Alessandra Cenerini, il vicepresidente nazionale Giampaolo Sbarra

Associazione professionale Proteo Fare Sapere, il presidente Sergio Sorella

CIDI (Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti), il presidente nazionale Giuseppe Bagni

Clio’92 (Associazione di insegnanti e ricercatori sulla didattica della storia), il presidente Ivo Mattozzi

DDM-GO (Docenti di Didattica della Musica – Gruppo Operativo), segreteria di coordinamento: Annamaria Freschi, Giovanna Guardabasso, Roberto Neulichedl, Francesco Possenti e Stefano Lorenzetti

MCE (Movimento di Cooperazione Educativa); il segretario nazionale Giancarlo Cavinato

Legambiente Scuola e Formazione, la presidente Vanessa Pallucchi

OPPI (Organizzazione per la Preparazione Professionale degli Insegnanti), il presidente Pierino Cattaneo

(1) Tutte le firme apposte dai rappresentanti delle Associazioni in elenco sono apposte in nome e per conto dell’Associazione rappresentata.

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