• mercoledì , 24 Aprile 2024

La cultura della sicurezza? S’impara a scuola

UNLA e Istituto Tecnico Tecnologico “Allievi-Sangallo” di Terni insieme per educare i futuri lavoratori al rispetto di una normativa all’avanguardia

di Giocondo Talamonti

Il giusto profitto e la competitività sono elementi imprescindibili per chi fa impresa cercando in parallelo il benessere di chi lavora per raggiungere tali obiettivi (La Costituzione all’art.41 nel riconoscere la libertà dell’iniziativa economica privata, esclude che essa possa svolgersi “in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”).

In tale contesto occorre il rigoroso rispetto delle condizioni lavorative: ambiente salubre, dispositivi di protezione individuale e collettivi per proteggere il personale e garantirne la sicurezza.

Un lavoro può definirsi di qualità se vi sono meno infortuni, più serenità dei lavoratori, più cultura della prevenzione e perciò più sicurezza. I parametri di essa devono soddisfare i seguenti aspetti:

  • Miglioramento continuo delle condizioni lavorative;
  • Soddisfacimento della normativa;
  • Informazione puntuale e formazione permanente;
  • Diffusione della “Cultura della Sicurezza” nel percorso educativo, formativo.

Attraverso l’educazione e formazione permanente è possibile adeguare le proprie conoscenze: alla tecnologia, ai nuovi processi, all’informatica, al mutarsi dell’ambiente di lavoro.

Le disposizioni, poi, riguardanti il pericolo non devono essere percepite come un mero obbligo burocratico vissuto come momento fastidioso piuttosto che come azione preventiva e cura della propria salute e della propria vita.

La legislazione italiana in materia di sicurezza è all’avanguardia (testo unico), ma il rispetto delle norme rimane un problema che va rimosso per il bene di tutti.

La responsabilità di tutti è fondamentale per una cultura consapevole della sicurezza che non deve essere relegata ad un ruolo marginale, a prassi del rispetto formale della norma, occorre da parte di tutti acquisire, in base al proprio ruolo, modelli corretti di comportamento.

La Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo (10.12.1948) all’art. 3 recita:” Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona”; la nostra Costituzione Italiana: (1948) all’art. 35: “La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme e applicazioni”; il codice civile all’art.2087 (Tutela delle condizioni di lavoro): ”L’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”. Sta perciò a tutti noi, alla nostra coscienza collettiva operare perché nel lavoro sia riconosciuta la nostra dignità di cittadini.

Occorre non arretrare sul fronte della prevenzione e dei controlli, per i quali è stata creata l’Agenzia unica che integra i servizi ispettivi del Ministero del lavoro, dell’Inps e dell’Inail.

Determinante è anche il ruolo di ogni agenzia educativa e formativa. In primis è la scuola chiamata a formare gli studenti sulle problematiche comportamentali in ambiente di lavoro.

Con l’intento di far acquisire ai giovani studenti quelle competenze professionali che si ritengono necessarie per conferire loro un corretto approccio con il mondo del lavoro, l’UNLA di Terni ha organizzato, il 16 marzo 2018, insieme all’Istituto Tecnico Tecnologico “Allievi-Sangallo” di Terni il convegno “Cultura della Sicurezza”. Vi hanno preso parte: il Direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, dott. Paolo Pennesi, la dirigente scolastica Prof.ssa Cinzia Fabrizi, il Presidente della Confartigianato Imprese di Terni, Mauro Franceschini, il responsabile dell’area relazioni industriali Confindustria Umbria Simone Cascioli e il Segretario del Sindacato UIL di Terni, Gino Venturi.

L’incontro con gli studenti si è concluso con due testimonianze, una struggente di Daniela Eramo, moglie del ferroviere Franco Mariani, vittima di un incidente mortale alla stazione di Terni e una del presidente dell’Unmil (Unione nazionale mutilati e invalidi del lavoro) di Terni, Gianfranco Colasanti.

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