• venerdì , 29 Marzo 2024

Decostruire gli stereotipi:

i romanzi, le storie

a cura di Enrica Bienna

Youssef Ziedan – Sette luoghi – Neri Pozza 2014.

Ogni romanzo apre un mondo. Ci sono romanzi che aprono mondi  “altri”,  che  crediamo di conoscere, ma che ci accade di osservare  attraverso il filtro degli stereotipi che  continuiamo a reificare , per pigrizia o per paura.

La forza di un romanzo può essere quella di condurci per mano, nostro  malgrado, in quel “mondo”,  di farcelo vedere con gli occhi  dell’“altro”  e  di spingerci a fare i conti con noi stessi, con le nostre visioni eurocentriche  e con i nostri pregiudizi.

Purchè si tratti di una storia  sorretta da una solida ed equilibrata  visione del mondo  e di una narrazione avvincente.

E’ questo il caso del  romanzo  “Sette luoghi”, che ci apre alla storia e alla geografia del mondo arabo contemporaneo, attraverso  le vicende di un giovane arabo, uno come tanti, testimone e vittima della  Storia.

Il suo autore, Youssef Ziedan, è un rinomato studioso egiziano, specializzato in studi arabi e musulmani, professore di filosofia islamica e sufismo , che nei suoi romanzi, apprezzati sia nel mondo arabo che in quello occidentale, tratta i temi del rapporto tra politica e religione, delle relazioni tra occidente e Islam, del dramma  della guerra, e che  ci offre  una  diversa  chiave di lettura delle recenti vicende storiche del popolo arabo nonché un affresco ricco di particolari della cultura  variegata di quel mondo.

Questa volta proponiamo quindi  la lettura di un romanzo, per tutti gli insegnanti (non solo quelli di italiano!) che siano attratti dai temi della contemporaneità  e che vogliano  confrontarsi  con una lettura colta e raffinata, eppure scorrevole, semplice  ed emotivamente  coinvolgente, per scoprire  i propri stereotipi o colmare la propria parziale visione delle cose.

La vita ci confonde. Ci abbaglia con i suoi lampi di colore, ci fa percorrere le  sue strade allegri e spensierati, per poi sorprenderci con le sue vicissitudini. O s’industria per concederci qualcosa di tanto in tanto, facendo sembrare realizzabili i nostri sogni…Forse invece la vita non si cura proprio di noi; la rincorriamo con una serie di astuzie, per restare attaccati alle nostre aspirazioni e , anche se queste vengono tradite, continuare a sperarci. A meno che, col passare degli anni, non ci dimentichiamo di essere, alla fine del giro, nient’altro che frustrati .E bendati .C’é questo ragazzo di vent’anni, dalla bella carnagione scura, seduto in riva al lago. Al suo sguardo è celato tutto ciò che lo aspetta fra un’ora o domani….”

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