• martedì , 23 Aprile 2024

La ricerca-azione

a cura di Antonio Santoro

La ‘narrazione’, in questo numero di Scuola & Amministrazione, dell’esperienza di ricerca-azione “condotta in rete in sei istituti comprensivi del territorio brindisino nel periodo febbraio-maggio 2014” suggerisce l’opportunità di affiancare, alle specifiche indicazioni presenti nell’interessantissimo lavoro di Maria MAGGIO e Silvia MADARO METRANGOLO, il richiamo, più o meno testuale, di sottolineature di altri contributi riguardanti la metodologia utilizzata. Per una ragione comprensibile, che può essere – credo – efficacemente sintetizzata nell’auspicio che la ricerca-azione risulti essere, sempre più, espressione significativa della riflessività della scuola e, quindi, elemento costitutivo della cultura istituzionale: in breve, “strumento” essenziale per lo sviluppo di azioni di qualità nei luoghi formali dell’educazione e dell’istruzione.

1. Cesare Scurati, Realtà umana e cultura for-mativa, La Scuola, Brescia 1999

* La ricerca-azione nella scuola:
“si rivolge a quegli aspetti dell’azione didattica e della situazione scolastica che (non solo) gli insegnanti percepiscono come non accettabili, suscettibili di cambiamento e tali da esigere una risposta pratica”;
“intende approfondire la capacità degli insegnanti di percepire i loro problemi, quindi adotta un atteggiamento esplicativo e non definitorio, non prescrive alcuna risposta ma indica più in generale quale tipo di risposta potrebbe essere quella adatta”;
“interpreta quello che succede dal punto di vista dei soggetti agenti ed interagenti, prendendone in considerazione i concetti, le credenze, gli scopi, le intenzioni, le scelte, le decisioni, le norme, i principi, i valori ed i significati personali”;
“si fonda sulla libera comunicazione fra operatori e ricercatori ed esige che si stabilisca fra di loro un’intensa circolazione di informazioni” (pp. 41-42).

“La ricerca-azione nella scuola si presenta (pertanto) come uno studio condotto dagli operatori stessi intorno alla loro attività, mirante in primo luogo a valutare la coerenza fra la teoria e la pratica, cioè fra ciò che si asserisce e ciò che effettivamente avviene nel corso dei fatti. Essa assume l’aspetto di un processo ciclico e/o a spirale, costituito da una serie di fasi o tappe o momenti e, soprattutto, implicante l’impiego di alcuni strumenti metodologici specifici [..], ricavati in larga misura dal campo degli studi sociali” (p. 43).

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