• venerdì , 19 Aprile 2024

Prove di prestazione e dintorni

di Rita Bortone

Stanchi ma felici
Le scuole che l’anno scorso avevano lavorato sulle Indicazioni per il curricolo, e avevano sperimentato forme di progettazione curricolare e di didattica per competenze, quest’anno hanno voluto completare il discorso affrontando, delle competenze, il problema valutativo.
Secondo quanto indicato dalle Misure di accompagnamento per il 2015, alcune reti di scuole hanno accolto anche Istituti secondari di 2° grado, consentendo riflessioni comuni ai diversi ordini, dalla scuola dell’Infanzia al biennio dell’obbligo.
Il lavoro (o almeno quello delle scuole che hanno chiesto il mio aiuto) non è stato facile, poiché la inesperienza relativa alla valutazione delle competenze trovava un terreno poco fertile relativamente alla pratica valutativa in generale.
E’ emerso presto, cioè, che non sono molte le scuole che hanno costruito nel tempo una condivisa cultura della valutazione, che hanno lavorato sistematicamente per la standardizzazione di pratiche e criteri, che hanno perseguito quegli obiettivi di trasparenza, attendibilità ed equità raccomandati dalle norme.
Ma è emerso anche che gli insegnanti vogliono capire, sono motivati ad apprendere e a cambiare, hanno voglia di mettersi in gioco.
E, nonostante i tempi e i soldi risicati, ne è nata un’avventura formativa che ha impegnato i docenti in serrati lavori di diverso tipo: comunicazioni dell’esperta e problematizzazione/ interazione in plenaria; lavori di piccolo gruppo in Istituto per la produzione di materiali secondo i modelli dati; frequenti scambi notturni, via mail, fra docenti e docenti e fra docenti ed esperta; socializzazione dei lavori nei singoli Collegi dei docenti e relativa illustrazione delle prove di prestazione costruite; organizzazione e somministrazione delle prove nelle classi; raccolta dei risultati e relativa lettura con cui documentare il lavoro in plenaria.
Nella serata conclusiva, tanto confronto e tanta soddisfazione.

La prova di prestazione
L’argomento che ha richiesto maggior lavoro è stata la prova di prestazione, strumento di accertamento e di valutazione della competenza attraverso l’assegnazione agli allievi di un “compito di realtà”. Dopo l’analisi delle indicazioni fornite dalla norma (Linee guida Istituti Tecnici, Linee guida Modello di certificazione delle competenze in uscita dalla scuola del primo ciclo) e dalla ricerca (Castoldi, Comoglio), ai docenti partecipanti al corso è stato chiesto di costruire compiti che avessero le caratteristiche indicate nel riquadro.

PER CONTINUARE A LEGGERE QUESTO ARTICOLO DEVI ESSERE ABBONATO! Clicca qui per sottoscrivere l’abbonamento

Leave A Comment