• sabato , 20 Aprile 2024

Bambini plusdotati: una rete dal basso per innovare la Scuola italiana      

Incontri tra educatori, genitori e istituzioni: Rete “Alto Potenziale” promuove così un modello unico in Italia per l’educazione dei gifted children

di Francesca Rizzo

 

Imparano a leggere e scrivere più in fretta dei loro compagni, sono creativi e apprendono facilmente, al punto da mostrare insofferenza di fronte ai ritmi lenti delle lezioni in classe: sono i gifted children, i bambini plusdotati. A loro, e alla loro formazione, è dedicata l’attività della Rete “Alto Potenziale”, associazione di promozione sociale, prima del suo genere in Italia, che riunisce insegnanti e formatori, genitori, istituzioni, per fare il punto su quanto la Scuola italiana accolga e valorizzi la plusdotazione.

 

Il modello dei tre anelli di Joseph Renzulli. Credits: renzullilearning.com

Non è una questione di quoziente intellettivo, o meglio, non solo: Joseph Renzulli, psicologo di fama internazionale con una formazione specifica sulla giftedness, indica accanto all’alto potenziale cognitivo altri due elementi: la creatività e la motivazione. Sono queste tre caratteristiche insieme a rendere una persona “ad alto potenziale”.

Un gifted child, però, in Italia deve confrontarsi con una realtà che si dimostra spesso impreparata ad accoglierlo: la plusdotazione non viene adeguatamente riconosciuta, vengono diagnosticati disturbi che vanno dall’autismo alla sindrome di Asperger, e il potenziale del bambino viene sminuito, trattato come un problema anziché come una risorsa.

 

Un unicum in Italia è rappresentato da “LabTalento”, il Laboratorio Italiano di Ricerca e Sviluppo del Potenziale, Talento e Plusdotazione sorto nel 2009 all’interno dell’Università di Pavia; da quasi dieci anni gli specialisti di LabTalento agiscono su due fronti: l’individuazione dei gifted children e la formazione dei docenti.

 

“In Italia la percentuale di bambini plusdotati va dal 5 all’8% della popolazione scolastica: statisticamente potrebbe esserci, in media, un gifted child per classe”, afferma Maria Assunta Zanetti, direttrice scientifica, insieme ad Eliano Pessa, del LabTalento di Pavia.

 

Perché il bambino plusdotato e la sua famiglia vengano supportati, sotto il profilo dell’istruzione e della vita sociale, occorre sensibilizzare le diverse figure coinvolte. Rete “Alto Potenziale” ha coinvolto in questo anche la Regione Puglia, prima in Italia a promuovere un percorso formativo rivolto ai docenti, perché abbiano gli strumenti per riconoscere l’alunno gifted e valorizzarne il potenziale.

“Flessibilità tra i banchi: riconoscere l’alto potenziale nelle scuole” è il nome di questo percorso, un progetto pilota ideato e coordinato dalla Rete “Alto Potenziale” con il fondamentale apporto del LabTalento di Pavia; obiettivo di “Flessibilità tra i banchi” è formare dei docenti-sentinella (circa cento in questa prima fase), che diano avvio ad una maggiore apertura della realtà scolastica a questo tema.

 

“Quello che si sta sviluppando – spiega Elisa Forte, promotrice insieme a Claudia Cichetti della Rete “Alto Potenziale” – è un modello Puglia, che si candida ad essere una best practice sul territorio nazionale”.

 

Un modello che prevede, oltre al progetto “Flessibilità tra i banchi: riconoscere l’alto potenziale nelle scuole”, il coinvolgimento periodico di genitori, docenti, dirigenti scolastici e di tutte le figure professionali interessate, in percorsi formativi specifici.

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