• giovedì , 22 Maggio 2025

La Scuola di Alta Formazione dell’Istruzione si presenta

di Mario Maffei

Istituita con il Decreto Legislativo 30 giugno 2022, n. 75, nell’ambito della riforma della pubblica amministrazione e in attuazione degli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), la SAFI rappresenta una delle più recenti e significative innovazioni nel panorama formativo italiano, ponendosi l’obiettivo di garantire un aggiornamento continuo, qualificato e strutturato per il personale dirigente e tecnico-amministrativo del Ministero dell’Istruzione e del Merito, nonché per i dirigenti scolastici e il personale scolastico ad alto profilo professionale.

Proponiamo di seguito l’intervista rilasciata il 15 aprile 2026 dal Presidente Giuseppe Bertagna e dalla Direttrice Generale Antonietta D’Amato, al giornalista Mario Maffei in esclusiva per “Scuola e Amministrazione”


Quali sono gli obiettivi principali che la SAFI si propone di raggiungere nel breve e nel lungo termine?

La SAFI rappresenta il presidio unitario nazionale della qualità della formazione in servizio di tutto il personale scolastico. Ha funzioni di promozione, coordinamento e indirizzo della formazione, con l’obiettivo di implementare un sistema di sviluppo professionale continuo, in conformità con gli standard europei di qualità uniformi a livello nazionale, al fine di migliorare i risultati di apprendimento delle studentesse e degli studenti.

Per quanto riguarda i docenti, la SAFI è chiamata per norma a fornire indirizzi per una formazione specialistica, pedagogica e didattica che, insieme a una conoscenza approfondita delle discipline e degli ambiti di competenza dell’insegnamento, consenta di affrontare efficacemente e in modo integrato i cambiamenti del nostro tempo e le loro ricadute sui processi di apprendimento degli studenti con una didattica di alta qualità e con una organizzazione innovativa ed efficace delle attività scolastiche.

Essa promuove e supporta la qualità dell’offerta formativa mediante una rinnovata attenzione al coordinamento tra formazione iniziale, in ingresso, continua e incentivata e al loro reciproco feedback per lo sviluppo professionale del personale docente.

Con riferimento alla formazione iniziale dei docenti, erogata tramite un percorso universitario e accademico, la SAFI indica e aggiorna le esigenze di tali percorsi formativi. Può svolgere anche visite in loco a campione nel corso della prova finale dei percorsi di formazione iniziale, collaborando con ANVUR nell’attività di monitoraggio e di valutazione periodica, finalizzata all’accreditamento periodico dei suddetti corsi con riguardo specifico alla verifica la permanenza dei requisiti di accreditamento iniziale dei percorsi e la coerenza delle prove finali con il Profilo del docente abilitato di cui all’allegato A del Dpcm 4 agosto 2023.

Deve, inoltre, assicurare una formazione di qualità per i dirigenti scolastici e il personale ATA in una visione integrata e unitaria di sistema al fine di coniugare una didattica di qualità dei docenti nell’ambito di un assetto organizzativo- gestionale efficiente, flessibile e pronto a gestire dinamiche e prospettive nuove di sviluppo.

Con riferimento alla formazione continua di tutto il personale scolastico, da un lato, sono svolte attività di analisi e monitoraggio dei fabbisogni formativi attraverso l’implementazione dei Quadri di riferimento delle competenze del personale scolastico, dall’altro, è sostenuta un’azione di costante relazione cooperativa e di coprogettazione con le istituzioni scolastiche, al fine di promuovere la partecipazione alla formazione, alla ricerca educativa e alla sperimentazione nelle istituzioni medesime, in un’ottica di valorizzazione a livello nazionale di buone pratiche innovative.

In questo ambito la SAFI adotta le Linee triennali di indirizzo sui contenuti della formazione del personale scolastico, in cui vengono definiti annualmente i temi della formazione di tutto il personale scolastico alla luce dell’indirizzo politico e dei bisogni emersi dai singoli contesti anche di rilievo internazionale. Inoltre, la SAFI ha la responsabilità di rivisitare tutto il sistema di accreditamento degli enti che erogano formazione, anche attraverso monitoraggi periodici sotto il profilo della qualità. Al fine di indirizzare lo sviluppo delle attività formative del personale scolastico, la SAFI promuove, altresì, la stipula delle convenzioni con le università, con le istituzioni AFAM e con soggetti pubblici e privati, fornitori di servizi certificati di formazione, su temi di rilievo per elevati standard di qualità uniformi su tutto il territorio nazionale.

In che modo la SAFI intende innovare i metodi tradizionali di formazione dei docenti?

Da ricerche, studi ed indagini a livello internazionale emerge come sia assolutamente rilevante sviluppare una cultura formativa sempre più personalizzata e attagliata ai ruoli e ai contesti specifici. In questa ottica, il nuovo sistema di formazione di qualità dei docenti che si intende sviluppare è basato su due pilastri fondamentali:

  • la formazione offerta da enti istituzionali (università, ministero, istituzioni scolastiche singole o in rete), accreditati o qualificati deve corrispondere ai fabbisogni emersi, da prioritizzare grazie alla datificazione che scaturisce dalla compilazione autovalutativa dei Quadri di riferimento delle competenze del personale scolastico;
  • proprio per questo e al fine di promuovere standard di qualità sull’intero territorio nazionale, i percorsi di formazione sono progettati, pianificati, offerti, attuati, monitorati e valutati seguendo gli step indicati nella Scheda A progetto formativo, allegata alle Linee di indirizzo sui contenuti della formazione del personale scolastico.

Grazie all’utilizzo informatizzato dei Quadri di riferimento delle competenze del personale scolastico da parte delle istituzioni scolastiche, sarà possibile avere, come dato aggregato, il complesso dei fabbisogni formativi del personale scolastico, e quindi anche dei docenti, emersi dal processo di autovalutazione a livello nazionale e di scuola. In questo modo la formazione dovrà essere proposta tenendo in debita considerazione le priorità formative derivate dai processi di autovalutazione dei docenti tramite i Quadri di riferimento. I Quadri di riferimento diventerebbero, quindi, strumenti di qualificazione dell’offerta formativa complessiva, che dovrebbe essere strettamente collegata agli ambiti di competenza più critici a livello di contesto scolastico e di sistema.

Che ruolo svolge il Comitato scientifico internazionale all’interno della SAFI?

Il Comitato scientifico internazionale all’interno della SAFI ha un ruolo propositivo e consultivo. Esso fornisce orientamenti nelle attività della SAFI ed esprime pareri. Nello specifico, su richiesta del Presidente, il Comitato scientifico internazionale può:

  • realizzare mappature dettagliate e analisi comparative delle migliori pratiche internazionali in specifici ambiti della formazione del personale scolastico (es. formazione iniziale, sviluppo professionale continuo, leadership educativa, inclusione, didattica digitale).
  • formulare proposte concrete e dettagliate per l’adeguamento delle attività formative italiane, specificando le modifiche da apportare a programmi, metodologie, strumenti e governance, basandosi sull’evidenza emersa dalle analisi comparative.
  • identificare aree strategiche per l’innovazione e lo sviluppo della formazione del personale scolastico che necessitano di decisioni a livello deliberativo.
  • monitorare le tendenze emergenti e le innovazioni nel campo della formazione del personale scolastico a livello internazionale.
  • identificare istituzioni ed enti di altri paesi con cui avviare collaborazioni e scambi di buone pratiche nel campo della formazione del personale scolastico.
  • promuovere la partecipazione della SAFI a progetti e iniziative europee e internazionali nel settore della formazione.

Come viene strutturata operativamente la collaborazione tra la SAFI e altre istituzioni educative o di ricerca, sia a livello nazionale che internazionale?

In via preliminare va evidenziato come il Comitato d’indirizzo SAFI, con compiti di programmazione generale dell’attività, ha come componenti i Presidenti dell’INDIRE e dell’INVALSI. La SAFI, inoltre, si avvale dei suddetti enti di ricerca nello svolgimento delle sue attività istituzionali.

A livello nazionale, la SAFI collabora, con riguardo ai percorsi di formazione iniziale, con l’ANVUR nel trasmettere a quest’ultima i dati, per ogni centro di ateneo, relativi al tasso di superamento del concorso e dell’anno di prova da parte degli studenti abilitati, ai fini dell’accreditamento periodico. Inoltre, la SAFI si impegna a rendere disponibili i dati relativi agli abilitati in ogni ateneo, specificando il relativo tasso di successo nei concorsi nazionali indetti dal MIM. Inoltre, collabora sempre con l’ANVUR nell’ambito dell’attività di monitoraggio e di valutazione periodica, almeno quinquennale, finalizzata all’accreditamento periodico dei percorsi di formazione iniziale per la verifica della permanenza dei requisiti di accreditamento iniziale dei percorsi e la coerenza della prova finale tramite visite in loco a campione effettuate da esperti esterni.

In generale l’idea è di favorire nel tempo la collaborazione tra la SAFI e le altre istituzioni educative o di ricerca, sia a livello nazionale che internazionale, in modo da promuovere lo scambio di conoscenze, la condivisione di esperienze e lo sviluppo di progetti congiunti.

A livello nazionale la SAFI può promuovere la stipula di accordi di collaborazione con università, istituti di ricerca, scuole e altre organizzazioni educative per la realizzazione di progetti di formazione, ricerca o sviluppo. La SAFI può proporre l’adesione a reti e consorzi nazionali che coinvolgono diverse istituzioni educative e di ricerca, al fine di condividere competenze, risorse e progetti. Infine, può organizzare eventi e seminari in collaborazione con altre istituzioni, per favorire la diffusione di nuove conoscenze e il dibattito sulle tematiche educative di maggior rilievo.

A livello internazionale, la SAFI può partecipare a progetti finanziati da istituzioni europee o internazionali, in collaborazione con altre scuole di formazione, università e istituti di ricerca. Può, altresì, collaborare con organizzazioni internazionali che si occupano di formazione e ricerca educativa, per partecipare a progetti e iniziative internazionali.

È concretamente possibile che i docenti in servizio/di ruolo si rimettano in gioco attraverso forme innovative di aggiornamento professionale? Attraverso quali strumenti?

La precondizione per una risposta positiva è certamente una formazione iniziale che rispetti nella sostanza (e non solo nelle forme) il dettato normativo disposto con il Dpcm 4 agosto 2023. È proprio a questo livello che chi intende esercitare la funzione docente è chiamato a capire e ad esperire sul piano scientifico quanto conti in questa professione la disponibilità a mettere sempre in discussione criticamente il proprio agire, a confrontarlo con i colleghi depositari di “buone pratiche” e a riformularlo in maniera creativa in base al monitoraggio di processo dell’insegnamento e alla valutazione dei risultati di apprendimento degli studenti, per definizione non solo unici, nel senso di differenti l’uno dall’altro, ma anche depositari di un’unicità non statica, ma dinamica, che evolve, si modifica, sorprende nel tempo.

In una società in continua trasformazione e soggetta a stimoli sempre nuovi e sempre più diversificati, diventa poi importante che, nei percorsi formativi in servizio mirati allo sviluppo di competenze professionali specifiche richieste dal contesto scolastico e dalle nuove sfide educative, non ci si limiti alle tradizionali “lezioni”, ma le si interpreti semmai come continui e solidali rimandi tra teoria e pratica, conoscenza e azione, riflessione ed esperienza, introspezione e interazione, responsabilità diretta e corresponsabilità relazionale da networking.

In questo senso, i corsi di formazione dovranno pian pano dare sempre maggiore spazio alla formazione auto-orientativa, con momenti di natura laboratoriale, per favorire lo sviluppo di attività di tutoraggio, accompagnamento e orientamento allo sviluppo delle competenze.

In questa ottica grande valore formativo hanno le comunità di pratica online e offline e le azioni di visiting per permettere lo scambio di idee, esperienze e buone pratiche, favorendo l’apprendimento collaborativo. Grande sviluppo negli ultimi anni sta avendo il peer coaching e il mentoring che, tramite l’osservazione reciproca tra colleghi e l’affiancamento di docenti esperti, consentono di avere feedback costruttivi e garantire supporto personalizzato. Un ruolo fondamentale per la messa in pratica delle competenze acquisite sono i laboratori e workshop pratici, come attività hands-on che permettono di sperimentare nuove metodologie e strumenti didattici in un ambiente protetto. Un ruolo sempre più rilevante dovrebbero avere i progetti di ricerca-azione concreti all’interno della propria scuola per permettere di sperimentare e valutare l’efficacia di nuove strategie didattiche.

Come si conciliano le necessità di innalzare gli standard di qualità dell’insegnamento e la necessità di renderli uniformi su tutto il territorio nazionale, con il rispetto dei principi del pluralismo e dell’autonomia didattica del docente?

La SAFI, nell’ottica del progressivo innalzamento degli standard qualitativi della formazione del personale scolastico, coordina la struttura del sistema di formazione per la valorizzazione delle professionalità del personale scolastico, ma protagoniste sono e restano le istituzioni scolastiche.
In coerenza con i principi dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, la SAFI procede a individuare i contenuti della formazione continua del personale scolastico guardando all’istituzione scolastica come comunità educante in cui ogni figura professionale compartecipa, nell’ambito della propria specifica sfera di competenza, al benessere organizzativo e al successo formativo e scolastico delle studentesse e degli studenti.
La SAFI, in pieno raccordo con le istituzioni scolastiche e anche attraverso il rafforzamento delle reti territoriali, sostiene un’azione di costante relazione cooperativa e di coprogettazione per la promozione della partecipazione dei docenti alla formazione e alla ricerca educativa nelle medesime istituzioni.
Al fine di implementare una politica efficace della formazione, che sviluppi azioni inclusive di tutti i soggetti coinvolti sulla base del principio di sussidiarietà, diventa fondamentale far evolvere le priorità individuate a livello centrale, con adattamenti ai singoli contesti territoriali e alle caratterizzazioni delle singole istituzioni scolastiche, rafforzando il sistema della governance della formazione in servizio del personale scolastico.
Per l’elaborazione delle strategie di sviluppo dell’attività di formazione, la SAFI intende coinvolgere i principali soggetti che influenzano o sono influenzati dalle politiche e dalle azioni dei processi formativi, al fine di lavorare non per la scuola, né tantomeno sulla scuola e sui suoi diversi operatori, ma solo e soltanto con la scuola, con tutti i suoi operatori, in uno scambio reciprocamente vantaggioso, favorendo forme flessibili e aperte di pluralismo e stili decisionali consensuali.
L’idea è di ricavare le priorità d’azione a livello centrale, tenendo sempre conto delle realtà dinamiche del territorio, dei suoi vari livelli e delle differenti situazioni di contesto.
Lo scopo è dare a tutto il personale la possibilità di formarsi tenendo conto delle proprie inclinazioni e dei fabbisogni specifici, supportato da un’azione di orientamento strategico guidata dal dirigente scolastico.
In base al nuovo assetto normativo, alla SAFI compete definire, in una visione unitaria di sistema, le linee di indirizzo per la gestione e il monitoraggio di tutti i processi di formazione. Alle istituzioni scolastiche autonome competono invece i compiti di definizione dell’intero processo formativo in cui sono direttamente coinvolte, attraverso gli organi collegiali, dalla diagnosi dei fabbisogni alla verifica dei risultati.
In questo modo saranno rafforzate nel tempo le competenze professionali attraverso modelli costruiti su misura per le singole comunità scolastiche o reti di scuole, nel rispetto delle esigenze specifiche ma all’interno dei quadri normativi e contrattuali comuni.

In che modo la SAFI monitora e valuta l’efficacia dei programmi formativi già in essere e già offerti al personale scolastico italiano?

Per monitorare e valutare l’efficacia dei programmi formativi già esistenti, la SAFI adotta diverse strategie e strumenti.
Effettua analisi a campione dei piani formativi predisposti dalle istituzioni scolastiche o da enti accreditati, fornendo supporto metodologico per mantenere un livello di qualità uniforme su tutto il territorio nazionale.
L’uso informatizzato dei Quadri di riferimento consente di individuare elementi di forza e aree critiche del personale scolastico, favorendo politiche di crescita mirate.
L’analisi delle competenze a livello di sistema aiuta a evidenziare aree in cui occorrono ulteriori ricerche o interventi, confrontandosi anche con standard internazionali e buone pratiche.
Viene inoltre valorizzata la raccolta di buone pratiche scolastiche, diffondendole a livello nazionale.
Nella nuova bozza delle linee di accreditamento, il monitoraggio degli enti formatori diventa centrale: ogni anno sono previsti un cruscotto statistico e rapporti di sintesi che evidenziano criticità e propongono miglioramenti.
Pertanto, il monitoraggio rappresenta l’asse portante dell’azione operativa della SAFI per garantire una formazione di alta qualità e aderente alle esigenze del sistema educativo.

Rispetto all’attività che SAFI si appresta a svolgere, può condividere con noi alcuni esempi di “best practices” a livello internazionale?

La funzione di indirizzo e monitoraggio della formazione è comune nei sistemi educativi internazionali.
Alcuni esempi: in Germania si valorizzano i tirocini precoci e il servizio preparatorio, mentre in Inghilterra il modello “School Direct” coinvolge direttamente le scuole nella formazione dei docenti.
La Finlandia punta su una formazione accademica rigorosa e selettiva, integrando ricerca e pratica scolastica.
In Francia, le Inspé garantiscono formazione iniziale e continua attraverso l’università.
In Irlanda, il Teaching Council assicura standard professionali elevati per tutta la carriera degli insegnanti.
Singapore, con l’Academy of Singapore Teachers, investe su formazione continua e culture collaborative tra docenti.
Anche i modelli di Canada, Australia e Nuova Zelanda prevedono standard nazionali, sviluppo continuo e forti connessioni tra formazione e pratica.
A livello europeo, iniziative come l’Erasmus+ Teacher Academies favoriscono la condivisione di buone pratiche innovative.

Come si fa ad anticipare quelle che saranno le esigenze emergenti del personale scolastico, al fine di poter dare una risposta tempestiva ed efficace?

Per anticipare le esigenze emergenti, la SAFI punta sulla raccolta e analisi di dati tramite i Quadri di riferimento delle competenze.
Attraverso cruscotti di sintesi, sarà possibile monitorare l’evoluzione dei bisogni formativi in tempo reale.
Le azioni di monitoraggio pluridimensionale, la collaborazione con università ed enti di ricerca, l’attenzione alle esperienze internazionali, permetteranno di costruire un sistema di formazione flessibile e orientato al futuro.
Inoltre, il dialogo con gli stakeholder del mondo scolastico e con i sindacati consentirà di integrare sensibilità diverse nella programmazione della formazione, tenendo conto dei fabbisogni reali delle comunità scolastiche.

La AI, le aule immersive, gli ologrammi, il metaverso, i robot sociali sono tutti strumenti innovativi che possono supportare il docente nella didattica. Quali invece sono i fondamentali dell’insegnare e dell’apprendere?

Le tecnologie emergenti — intelligenza artificiale, realtà aumentata, ologrammi, metaverso, robot sociali — arricchiscono gli ambienti didattici, ma non sostituiscono i fondamenti dell’educazione.
Il cuore dell’insegnamento resta la relazione educativa, la competenza disciplinare, la capacità di progettare didattiche inclusive e personalizzate.
La vera innovazione non è solo tecnologica: si basa sulla capacità dei docenti di unire dimensione umana e strumenti digitali, per costruire percorsi di apprendimento efficaci e rispettosi della diversità degli studenti.
Progettazione formativa, ascolto attivo, attenzione ai bisogni individuali e sviluppo delle comunità educative restano i cardini essenziali.
Anche l’aspetto istituzionale è fondamentale: la scuola è una comunità che cresce se costruita su collaborazione, responsabilità e condivisione.

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