• giovedì , 28 Marzo 2024

Le ricorrenti farneticazioni sul bonus premiale

di Francesco G. Nuzzaci

A un mese e mezzo di distanza dalla circolare del MIUR n. 1804 del 19.04.16, si è ancora in attesa delle, inutili, sue definitive determinazioni: inutili, perché sul bonus premiale è già tutto chiaro nella legge e bisogna solo accreditare le risorse finanziarie alle singole istituzioni scolastiche.
Nel momento in cui scriviamo, l’impressione è che, dopo il flop dello sciopero del 20 maggio, si voglia prendere tempo, in attesa delle elezioni amministrative. E poi non se ne farà più nulla.
Nel frattempo i sindacati di comparto paiono aver un po’ allentato la morsa sui dirigenti scolastici, già facilmente individuati come il ventre molle del sistema, con l’attenuazione delle volgari offese di cui finora sono stati fatti oggetto. Difatti, non si legge più di appositi modelli da destinare loro, consistenti in una richiesta di apertura di un tavolo di confronto, in un verbale di riunione di tale tavolo di concertazione, in una diffida in caso di illegittima omissione di convocazione e partecipazione.
Per contro, occorrerà verificare il seguito di una – sostitutiva o concomitante? – strategia che sembra aver alzato il tiro sui comitati di valutazione, una volta che, costituiti e funzionanti, li si è evidentemente stimati persi alla causa.
Ad essi si imputano alcune decisioni presunte anomale, che non sarebbero peraltro neanche previste dalla legge 107, quali la deliberazione – tra i criteri – di visita alle classi del dirigente scolastico per farsi un’idea della qualità dell’insegnante, di test cognitivi somministrati agli alunni per dedurre il contributo apportato dal docente al loro successo formativo, di questionari di gradimento destinati ai genitori.
Naturalmente, per questi fini interpreti della norma giuridica, sono tutti comportamenti a dir poco illegittimi, che dispiegano un effetto pericolosissimo per la collegialità, per la libertà di insegnamento, per la serenità del lavoro e per l’equità della valorizzazione professionale e umana. Sicché tutto ciò che suoni lesivo della libertà professionale del docente deve essere portato a conoscenza di personale, RSU, genitori e studenti…al fine di intraprendere tutte le iniziative sindacali, vetrenziali, legali che si rendano necessarie per denunciarle e contrastarle (dal sito www.flcgil.it del 19 maggio 2016).

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