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Mille DSGA sottoscrivono una nota di protesta ed invitano il MIUR ad ascoltarli

di Agata Scarafilo

Una vera e propria petizione sottoscritta da circa 1000 Direttori dei Servizi Generali ed Amministrativi (DSGA) e facenti funzioni, conferma il disagio che questa categoria sta vivendo negli ultimi tempi nelle Scuole.

 

Si tratta di una nota collegiale, inviata al MIUR (al ministro Marco Bussetti e ai suoi sottosegretari), ai Capi Dipartimento del MIUR, ai componenti delle Commissioni “Cultura di Camera e Senato”, alle organizzazioni sindacali firmatarie CCNL Comparto Scuola 2016/18, all’ARAN e all’ANIEF, che ha avuto lo scopo di richiedere la giusta e meritata “visibilità” ad una categoria (quella dei DSGA), dimenticata a livello sia istituzionale che sindacale, ed a tratti non conosciuta per la specificità, complessità e consistenza della prolissa attività lavorativa svolta quotidianamente.

 

Così, in considerazione dello stato di malessere ormai generalizzato che contrassegna il profilo, provocato da ritmi lavorativi divenuti insostenibili e spesso ripetuti, i DSGA hanno chiesto un incontro urgente presso il MIUR,  da parte di una delegazione.

 

Il documento è stato prodotto ed approvato da “DSGA in rivoluzione”, gruppo Facebook spontaneamente costituitosi, finalizzato a dare voce ad un profilo che sembra non essere né carne e né pesce.

Il gruppo afferma che nelle scuole la figura del DS e non di meno di quella del DSGA hanno concorso, meritevolmente, al processo di realizzazione dell’autonomia scolastica; ma se il Dirigente Scolastico ha visto riconosciuto il proprio ruolo, nell’attribuzione della Dirigenza scolastica, questo non è accaduto per il DSGA, figura altrettanto funzionale in un sistema definito autonomo e in continua evoluzione, a cui è affidato il compito, sotto l’aspetto organizzativo, di risolvere problematiche di natura pratica e normativa di rilevante complessità.

 

Tali compiti sono svolti nella gran parte dei casi, con organici di personale amministrativo, tecnico ed ausiliario ridotti ormai all’osso e spesso privi delle competenze specifiche (giuridiche, economiche e informatiche) richieste dall’attuale scuola dell’autonomia. Infatti l’attività lavorativa nel corso degli anni ha dovuto sempre più confrontarsi con l’applicazione di norme complesse, procedure richieste non solo dal Ministero di appartenenza, ma anche da altri Enti, la cui applicazione a volte è risultata confusa o farraginosa (basta vedere la piattaforma dei PON- FESR e FSE) e la cui risoluzione è stata, nella maggior parte delle volte, lasciata alla capacità della figura professionale del DSGA.

Oltre a dover utilizzare piattaforme informatiche non sempre funzionanti o a dover inserire gli stessi dati su diverse piattaforme di altri Enti.

 

Gli adempimenti amministrativi ormai assegnati alle scuole non sono diversi da quelli delle altre amministrazioni. Tuttavia, diversamente da tutte le altre amministrazioni, che hanno al loro interno diversi uffici/settori che si occupano di tematiche e aree esclusive, nella scuola si assiste ad una varietà di trattazione di pratiche, alcune in materie particolarmente articolate, tutte ricondotte ad un unico ufficio, quello di “Segreteria” e quindi, di riflesso, del DSGA (capo del personale amministrativo delle scuole).

Nella nota i DSGA sottolineano che il tutto comporta, spesso, orari di servizio ben oltre quelli contrattuali; eppure con l’ultima ipotesi di contratto, a tale lavoro è stato riconosciuto un incremento mensile di 6,50 euro dell’indennità di Direzione, un incremento a dir poco umiliante e tra i più basso tra tutti i profili del Comparto Scuola.

 

Con la nota collegiale i DSGA, oltre ad aver fatto delle proposte, hanno chiesto:

  • riconoscimento della Dirigenza Amministrativa o, in subordine, equiparazione ai Direttori Amministrativi delle Accademie e Conservatori (AFAM);
  • definizione chiara dei ruoli di Dirigente Scolastico/DSGA per responsabilità ormai indotte dalle procedure che vengono ormai autonomamente assunte dalla figura;
  • adeguamento dell’Indennità di Direzione al ruolo ricoperto;
  • retribuzione commisurata al carico di lavoro e conseguenti responsabilità con riconoscimento del lavoro straordinario svolto (quest’ultimo per molti è diventato l’ordinario orario di servizio – con medie settimanali di 12 ore);
  • risoluzione problema della Temporizzazione per il DSGA immessi in ruolo prima del 2003.
  • riconoscimento di un’adeguata Indennità di Direzione in caso di reggenza in scuole normodimensionate e sottodimensionate.

 

Nella nota i DSGA hanno anche affermato che, qualora la loro voce rimanesse inascoltata, porteranno avanti delle azioni di protesta quali:

1) svolgimento del solo orario di servizio di 36 ore settimanali;

2) non partecipazione al corso “Io conto”;

3) revoca di tutte le tessere sindacali;

4) non partecipare in nessuna veste alle elezioni RSU.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

One Comment

  1. Giuseppe De Marco
    7 Luglio 2018 at 11:40

    Finalmente! Non ce la facciamo più a sostenere questo carico di lavoro. Molti Enti che ci scaricano addosso ulteriore lavoro e che non dialogano fra di loro: Inps, Inail, MIUR , A.E., MEF, Anac, sindacati, Mininterno. Basta

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