• venerdì , 26 Aprile 2024

Educare è orientare

Abstract: Nelle istituzioni scolastiche, la didattica orientativa si configura come specifica modalità promozionale di scelte consapevoli e, quindi, di autodeterminazione dello studente nella individuazione dei propri percorsi formativi.

di Antonio Santoro

Gennaio è tempo di iscrizioni alle scuole dell’infanzia e a quelle di ogni ordine e grado per il prossimo anno scolastico, e la relativa Nota ministeriale del 30 novembre scorso ha di nuovo confermato, tra l’altro, che <Ai fini delle iscrizioni (alla scuola secondaria di secondo grado), assume rilevanza peculiare il “consiglio orientativo” espresso dal Consiglio di classe per tutti gli alunni della terza classe di scuola secondaria di primo grado, inteso a supportare le scelte di prosecuzione dell’obbligo d’istruzione>. Ed ha rammentato, poi, <che “il consiglio orientativo”, definito dal Consiglio di classe in forma analitica o sintetica, va reso noto ai genitori e agli esercenti la responsabilità genitoriale degli alunni in tempo utile per l’iscrizione alla scuola secondaria di secondo grado>.

Le precisazioni ministeriali appena riportate sottolineano evidentemente, ancora una volta, l’importanza della funzione orientativa della scuola allorché i giovani allievi attraversano una fase di transizione, sono cioè all’interno di un processo di cambiamento della loro condizione interna, o quando devono maturare e ‘formalizzare’ le decisioni richieste in uno dei “momenti topici denominati cerniere”, qual è – appunto – quello del passaggio dalla scuola secondaria di primo grado alla secondaria di secondo grado (1).

Sarebbe, tuttavia, piuttosto limitativo leggere nelle citate ‘precisazioni ministeriali’ semplicemente il richiamo di un adempimento, pur rilevante, del Consiglio di classe. Perché in quei passaggi della nota del Ministero dell’Istruzione c’è, a mio avviso, molto di più: c’è la condivisione piena di tutti i significati che sinteticamente, ed efficacemente, esprime l’affermazione, non nuova, che <Educare è orientare>. C’è, insomma, la considerazione della attività di orientamento nella scuola “come dimensione fondamentale di ogni processo educativo e formativo […]: come aiuto e guida all’elaborazione (da parte dell’allievo) di un personale progetto di vita, ma soprattutto come base e sostegno per il potenziamento della persona nelle qualità individuali che consentono di affrontare le sfide della vita, dello studio […] e così poter realizzare le proprie aspirazioni” (2). E c’è, infine, il riferimento, implicito ma chiaro, alle responsabilità istituzionali che derivano dalla acquisita definizione di orientamento anche come “un fenomeno di interesse sociale e politico, cioè in funzione della crescita della società nella competitività e nell’efficienza produttiva” (3). Crescita di certo nell’orizzonte delle possibilità quando, attraverso le intese raggiunte in materia di orientamento nel previsto e sollecitato <Patto di corresponsabilità educativa>, si creano effettivamente le condizioni per lo ‘sviluppo massimo possibile’ di ciascun allievo, soprattutto considerando e valorizzando le specifiche intelligenze esibite dagli studenti (4), e quindi evitando l’errore denunciato da Carlo Martello negli ultimi versi del Canto VIII del Paradiso di Dante:

<E se ‘l mondo là giù ponesse mente

al fondamento che natura pone,

seguendo lui, avria buona la gente.

Ma voi torcete a la religione

tal che fia nato a cignersi la spada,

e fate re di tal ch’è da sermone;

onde la traccia vostra è fuor di strada>.

Nelle espressioni più pedagogiche che amministrative della citata Nota ministeriale, riguardante le iscrizioni alle scuole per l’anno 2023-2024, è possibile dunque rilevare sia l’invito a considerare adeguatamente il percorso evolutivo del concetto di orientamento, sia l’indicazione della necessità di iniziative e impegni specifici, da parte dei dirigenti e degli insegnanti, per la realizzazione:

a) di “un’alleanza educativa in primo luogo con le famiglie (si pensi ancora al <Patto di corresponsabilità educativa>) al fine di condividere obiettivi comuni che favoriscano la maturazione della persona (di ogni allievo) in termini di identità, autonomia, responsabilità, consapevolezza, secondo i diversi cicli (e fasi di età) del percorso formativo”;

b) di una “didattica orientativa […] finalizzata consapevolmente a preparare lo studente a gestire in modo autonomo e consapevole il processo di auto-orientamento” (5).

La prospettiva di qualificazione della funzione orientativa della scuola è naturalmente affidata, in particolare, all’agire di una professionalità docente effettivamente in grado, non solo di utilizzare in chiave orientativa strutture e contenuti disciplinari, ma soprattutto “di:

– individuare metodi di intervento che privilegino la consapevolezza delle risorse personali, la responsabilità nelle scelte, l’autonomia del soggetto (dello studente) in rapporto alle proprie motivazioni e al futuro cui vuole indirizzarsi;

– mobilitare risorse importanti, disponibili e trascurate: soggettività, motivazioni, creatività, merito costituiscono un serbatoio di potenzialità e di sviluppo spesso inutilizzato;

– rinforzare la capacità del soggetto di fronteggiare le criticità e le difficoltà, riadattando costantemente il proprio progetto e mantenendosi protagonista del proprio futuro…” (6).

E capace inoltre, la professionalità docente, di ascoltare: “di un ascolto non preconcetto, non giudicante e profondo, nei confronti di qualsiasi soggetto”; e di “lasciare spazio e fare spazio. Fare spazio vuol dire costruire contesti in cui sia possibile che le persone si incontrino e ragionino sulle loro esperienze e si confrontino, ma è anche un invito a lasciare spazio, permettere al nuovo – che è insito nelle generazioni che ci seguono – di trovare un sua espressione adeguata” (7).

A ben considerare, sono competenze e comportamenti che permettono all’insegnante-educatore di promuovere nello studente lo sviluppo di “quell’insieme di caratteristiche, abilità, atteggiamenti e motivazioni necessario alla persona per superare efficacemente i diversi compiti orientativi lungo tutto l’arco della vita, come ad esempio la scelta scolastica” (8), cioè di “attivare processi di empowerment che favoriscano lo sviluppo e l’utilizzo di abilità necessarie per affrontare e risolvere adattivamente i problemi di scelta al fine di costruire percorsi di sviluppo personale […] con intenzionalità, scopo e significato” (9). Pur nella precarietà delle situazioni nella società <liquido-moderna> di oggi, che talvolta, o spesso, richiede nuove opzioni e <nuovi inizi> (10).

Complessivamente, si tratta di attività formative che, secondo le nuove Linee guida per l’orientamento (adottate con DM 22.12.2022, n. 328), potranno avere una più adeguata attuazione nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, a partire dal prossimo anno scolastico, in virtù della prevista introduzione:

* di “moduli curricolari di orientamento” di almeno 30 ore per ogni anno scolastico;

* del “portfolio digitale” (E-Portfolio) per la registrazione degli “apprendimenti personalizzati” conseguiti da ogni allievo nei predetti moduli curricolari, allo scopo di accompagnare “ragazzi e famiglie nella riflessione e nell’individuazione dei maggiori punti di forza dello studente all’interno del cammino formativo”, e di evidenziare in particolare “le competenze digitali e le conoscenze e le esperienze acquisite” dallo studente medesimo;

* della figura del docente-tutor di gruppi di studenti, per lo svolgimento – con la collaborazione dei colleghi – di due specifiche <attività:

1. aiutare ogni studente a rivedere le parti fondamentali che contraddistinguono ogni E-Portfolio personale;

2. costituirsi “consigliere” delle famiglie nei momenti di scelta dei percorsi formativi e/o delle prospettive professionali>.

Note

1. cfr. Giorgio Sangiorgi, L’orientamento e le transizioni esistenziali fondamentali nella scuola e nel lavoro, Orientamenti Pedagogici, n. 3/2015, pp. 506-509;

2. Michele Pellerey, Educare è orientare, Orientamenti Pedagogici, cit., p. 462;

3. Pina Del Core, Concetto e pratiche di orientamento, Orientamenti Pedagogici, cit., p. 468;

4. cfr. Howard Gardner, Formae mentis, Saggio sulla pluralità dell’intelligenza, Feltrinelli, Milano 1991, pp. 11-14;

5. Speranzina Ferraro, Linee guida per l’orientamento permanente, ovvero orientare verso il futuro, Orientamenti Pedagogici, cit., pp. 524-526;

6. G. Sangiorgi, cit., p. 516;

7. Alessandro Ferraroli, Educare è orientare. Quale formazione per gli educatori, Orientamenti Pedagogici, cit., p. 595;

8. P. Del Core, cit., p. 480;

9. Annamaria Di Fabio, L’orientamento e il potenziamento della persona nella dimensione educativa e formativa dell’empowering, Orientamenti Pedagogici, cit., p. 496;

10. cfr. Zygmunt Bauman, Vita liquida, Laterza, Bari 2006, pp. VII-VIII.

Leave A Comment