• giovedì , 10 Ottobre 2024

Bullismo, la start-up MaBasta di Lecce premiata al Giffoni Film Festival

Il riconoscimento per l’impegno sociale assegnato a Marco Cazzato, 19 anni, ideatore dell’iniziativa quando era studente dell’istituto Galilei-Costa-Scarambone del capoluogo salentino: “Tematica delicata che porta alla morte tanti ragazzi e che vogliamo combattere dal basso coinvolgendo le scuole di tutta Italia”

di Stefania De Cristofaro

L’impegno di uno studente di Lecce contro il bullismo e il cyberbullismo, portato avanti dal 2016, con la start-up MaBasta, è stato riconosciuto al Giffoni Film Festival: Marco Cazzato, 19 anni, ex studente dell’istituto istituto del Galilei-Costa-Scarambone del capoluogo salentino, ha ottenuto il premio “per i grandi risultati conseguiti”, in occasione dell’ultima edizione della rassegna cinematografica per bambini e ragazzi che si svolge ogni anno, nel mese di luglio, a Giffoni Valle Piana, in provincia di Salerno.

 Cazzato ha tenuto a battesimo l’iniziativa quando aveva 14 anni, coinvolgendo i compagni e le compagne della sua classe e gli altri studenti dell’istituto, arrivando a creare il movimento antibullismo MaBasta che continua a coinvolgere le scuole di tutta Italia. In questi anni i ragazzi aiutati sono stati seimila, 322 i bulli a cui è stato offerto supporto, a fronte di 42mila studenti raggiunti in 1.543 classi, stando al report reso noto dalla stessa start-up. Scuola e Amministrazione ha dedicato un dossier al bullismo e al cyberbullismo .

“Quella del bullismo è una tematica delicata che combattiamo dal basso. Lo facciamo perché porta alla morte tanti ragazzi. Quando parliamo di bullismo e cyberbullismo pensiamo che sia una cosa lontana da noi e invece no”, ha detto Marco Cazzato, incontrando gli studenti al Giffoni Film Festival.

“ L’idea di MaBasta ci è venuta durante il primo anno, quando abbiamo parlato in classe del caso di una ragazza di Pordenone che ha tentato di farla finita perché non ce la faceva più a sopportare le azioni di bullismo da parte dei compagni”, ha spiegato.

La spinta è arrivata dal prof di informatica, Daniele Manni: “Ci diceva sempre che è molto meglio fare qualcosa anziché semplicemente parlarne”, ha detto. Nel giro di poco tempo sono nati la pagina Facebook, il sito internet per raccogliere le storie dei ragazzi e delle ragazze e sono state definite sei azioni come consigli e comportamenti che ogni classe / scuola può adottare.

“Ogni classe deve eleggere un docente che si occupi di bullismo e devono farlo gli studenti perché devono sentirsi liberi di avere un rapporto confidenziale con quell’insegnante”, ha sottolineato. “Bisogna dare ad ogni ragazzo un questionario anonimo in modo che possa raccontare la propria esperienza e ciò che vive in classe”, ha aggiunto. “In ogni classe, inoltre, vengono eletti bulliziotti, studenti che hanno la capacità di tenere occhi e orecchie ben aperte per scoprire eventuali focolai e che riescono a creare un gruppo che possa aiutare i bulli e le vittime a comprendere”, ha spiegato.

Lo studente leccese ha sottolineato che la conoscenza del fenomeno passa da adulti consapevoli: “Tanti non vogliono la nostra presenza all’interno delle scuole. Purtroppo ci sono insegnanti e dirigenti che non ci ascoltano e sono questi i comportamenti che ci fanno capire che anche gli adulti hanno bisogno di una mano per comprendere”, ha concluso Cazzato.

La storia e le iniziative di MaBasta sono raccolte sul sito https://www.mabasta.org/

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