Di Sara Totaro Aprile (studentessa Liceo Scientifico “De Giorgi” di Lecce)
“Everything can change” è il titolo del cortometraggio realizzato da noi ragazze del Liceo De Giorgi, guidate dalla nostra Prof.ssa Daniela Rollo e dalla Prof.ssa Stefania De Donatis in un percorso che ha messo al centro la relazione nella differenza, un lavoro focalizzato sul riconoscere gli stereotipi di genere per creare nuovi sguardi verso l’esserci femminile e maschile nel mondo in cui viviamo.
Il video che abbiamo elaborato è frutto di lavoro di studio e di introspezione a partire da noi, dall’esperienza del mondo “a partire da sé” e la nostra presa di parola attraverso un video ha espresso solo piccoli frammenti, ma coerenti col gesto di ripensare il linguaggio e con ciò che avevamo compreso di noi stesse attraverso la letteratura, il confronto con saperi femministi e gender studies.
Il video realizzato all’interno di un percorso scolastico di “cittadinanza attiva” e che, comunque, non è mai stato inteso come integrato nello spirito delle “campagne di sensibilizzazione”, ha ottenuto riconoscimento quasi inaspettato: ha vinto il primo premio nell’ambito della 1ª edizione “Corti di Genere” della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Lecce.
Scrivere sullo specchio deformante pieno di parole di cui spesso siamo complici e che negano l’immagine di noi stesse, mirando a costruire per noi un modo di essere che esclude la libertà di ciascuna, non è stato un gesto banale.
Ritrovare quella stessa sceneggiatura plagiata e travisata da compagni/e della mia scuola al punto da divenire veicolo di diffusione di quegli stessi stereotipi che sono all’origine della violenza, ritrovarla a distanza di pochissimo tempo e in un luogo importante per me, la mia stessa scuola, mi indurrebbe al silenzio.
“Todo cambia”
Dicevamo citando Mercedes Sosa, e niente cambia quando si interviene nell’approssimazione, o addirittura mettendo in circolo stereotipi che annullano, azzerano il senso di un lavoro altrui che non era stato certamente “prodotto” per l’esibizione sulla scena virtuale che mira a guadagnarsi “like”, ma percorso di presa di coscienza in cui abbiamo messo passione ed emozioni, luogo simbolico di elaborazione di pensiero capace di ricostruire il nostro sguardo e di incrinare l’immaginario costruito sulla manipolazione del femminile di cui la violenza si nutre.
La donna vista come una vittima, fragile, indifesa, vittima di un “mostro”, di un “malato” è un concetto fuorviante. “L’ho uccisa perché l’amavo? Falso…”, è un libro su cui abbiamo riflettuto e siamo arrivate a comprendere che dietro l’uccisione di una donna non c’è amore, ma una cultura che assegna loro un minor valore umano e un ruolo sociale subordinato, normalizzando e giustificando la loro “soppressione” quando se ne discostano.
La nostra esperienza è nata anche dalla lettura di Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf, punto di riferimento fondamentale per lo sviluppo del pensiero politico delle donne e del pensiero della differenza. In questo spazio siamo state dentro non solo razionalmente, attraverso la lettura, ma anche in quanto corpi che agiscono il proprio sguardo sul mondo.
Lo specchio è “citazione”, si, ispirata a Virginia Woolf:
“Le donne per anni hanno avuto la funzione di specchi, del potere magico e delizioso di riflettere raddoppiata la figura dell’uomo […] Perché se la donna comincia a dire la verità, la figura nello specchio rimpicciolisce; l’uomo diventa meno adatto alla vita […] avete idea di quanti libri si scrivono sulle donne in un anno? Avete idea di quanti sono scritti da uomini? Sapete di essere l’animale forse più discusso dell’universo?”
Scrivo allora per rappresentare un momento di riflessione per tutti e tutte, a partire anche da questa esperienza, consapevole che niente è acquisto per sempre, che la violenza non è risolta con la parità e l’inclusione delle donne, ma con un cambiamento di visione necessario a partire dal lavoro, ogni giorno rinnovato, sul pensiero, sul linguaggio che usiamo e sugli irrinunciabili, le nostre priorità nelle relazioni.
Leggi gli altri contributi del gruppo “Pari, Ma Dis-pari”:
Benedetta Caldararo classe 5A, Liceo Scientifico “C. De Giorgi” – Lecce
Priscilla Eva Rescali classe 5A, Liceo Scientifico “C. De Giorgi” – Lecce
Maria Irma Pezzuto classe 5A, Liceo Scientifico “C. De Giorgi” – Lecce
Anastasia Pezzuto classe 5A, Liceo Scientifico “C. De Giorgi” – Lecce
Sara Persano classe 5A, Liceo Scientifico “C. De Giorgi” – Lecce
Enrica Greco classe 4D, Liceo Scientifico “C. De Giorgi” – Lecce
Alessia Russo classe 4A, Liceo Scientifico “C. De Giorgi” – Lecce